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VINI BIODINAMICI – VINI NATURALI – VINI BIO

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Oggi più che mai il tema della protezione dell'ambiente assume sempre più importanza in ogni settore, anche in quello enologico. Evitare lo spreco ambientale, cercare di ridurre l'inquinamento, sono tutti temi ormai essenziali. Spesso, però, assistiamo a fenomeni di greenwashing: strategie di marketing con cui le aziende assumono un lato ambientalista o ecologista solo di facciata, per rifilare ai clienti un contentino.

Anche nel mondo dei vini, soprattutto negli ultimi anni, sono cresciute le etichette BIO, Naturale, Biodinamico. Ma cosa significa nel concreto?

Qual è la differenza tra vino biodinamico, naturale e bio?

Vini naturali

Per vino naturale intendiamo un prodotto raccolto da vigne di proprietà, lavorate il più naturalmente possibile senza l’uso di prodotti di sintesi, erbicidi o insetticidi. In cantina l’intervento dell’uomo è minimo, fermentazioni spontanee senza aggiunta di zuccheri o mosti concentrati, senza micro filtrazioni, chiarifiche o aggiustamenti di qualsiasi tipo.
L’idea è quella di portare uva il più sana possibile in cantina e accompagnarla nel suo percorso senza che qualsiasi cosa venga tolto o aggiunto al prodotto.

Vini biodinamici

Il concetto della biodinamica, invece, oltre all’esclusione di qualsiasi prodotto di sintesi prevede che la concimazione, la coltivazione e l’allevamento vengano attuati con modalità che rispettino e promuovano la fertilità e la vitalità del terreno, seguendo i cicli naturali in cui la natura è immersa e praticando tecniche di concimazione particolari, ad esempio quelli dei “preparati” e del “corno letame”.
Anche in questo caso nelle lavorazioni in cantina si cerca di intervenire il meno possibile. Questi metodi nascono con l’intento di risanare la terra e di rinnovare l’agricoltura.
Demeter è l’associazione che certifica l’adozione di pratiche biodinamiche in agricoltura.

Vino biologico

Il vino biologico è stato regolamentato con una circolare europea nel 2012. Questa prevede due condizioni fondamentali:

  1. il vino deve essere prodotto con uve da agricoltura biologica, quindi senza l’utilizzo di sostanze chimiche di sintesi e vinificato con l’utilizzo di sostanze e coadiuvanti precisamente descritti nella circolare europea.
  2. La solforosa in cantina deve essere limitata.

Nella pratica, un vino biologico si distingue da uno convenzionale perché in agricoltura non vengono utilizzati enti chimici come insetticidi, fertilizzanti, etc., anche se poi le lavorazioni in cantina non si discostano molto dalle produzioni convenzionali. Questo ha infatti generato non poche contraddizioni, in quanto spesso questa maggiore libertà in cantina vanifica quello che è stato il lavoro in vigna. Ciò ha permesso a non poche cantine, anche di grandi dimensioni, di potersi etichettare come cantina e vini biologici.

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Il comune denominatore di queste tre filosofie è il concetto di agricoltura sostenibile e allo stesso tempo anche può essere racchiuso nel concetto di green economy.

Il punto di partenza, qualsiasi sia la tipologia delle tre di cui si parla, è il rispetto dell’ambiente e della terra. E il rispetto della terra parte proprio dalle tecniche che vengono utilizzate in vigna, che possiamo ritenere il più ecofriendly possibili.

Molto spesso, però, i termini "vino biologico", "vino naturale" o "vino biodinamico", vengono snaturati dal loro concetto primario, legandoli più ad una moda, che ad un insieme di valori che in realtà si vuole trasmettere.

Motivo per cui questi stessi termini vengono a volte utilizzati per proporre al mercato vini con difetti, etichettandoli con le espressioni "naturale" e "biologico", come a voler giustificare delle mancanze o dei difetti evidenti del vino con la parola bio.

Siamo tutti in qualche modo responsabili del deterioramento della nostra terra, chi più chi meno, e queste correnti di pensiero nascono con l’intento di risanare la terra e il rinnovamento dell’agricoltura, cercando di fare il proprio meglio per il mantenimento e lo sviluppo del territorio. Questi movimenti, inoltre, cercano di rappresentare il più possibile la propria zona, dando voce al proprio terreno e hai vigneti piantati su di esso. Spesso questi vini racchiudono a pieno quelli che sono i tratti distintivi del proprio terroir, mentre in altri casi troviamo delle forzature, talvolta improprie, che si discostano da quella che dovrebbe essere l’idea di questo modus operandi.

Personalmente la nostra selezione si basa sulla ricerca di produttori che lavorino con un giusto equilibrio tra vigneti e cantina, e troviamo che il giusto compromesso tra il rispetto dell’ambiente e la mano dell’Artigiano/Enologo in cantina determini spesso il miglior risultato.

Vi lasciamo uno spunto su cui riflettere: cosa credete sia importante in un vino? Ciò che trovate nel bicchiere o il metodo di produzione che sta alle spalle di esso?

Al prossimo winetalking.

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